IL PSR DI AMATRICE CENTRO: PROCESSI PARTECIPATIVI E OBIETTIVI CONDIVISI
Lo scorso sabato 7 marzo una delegazione del Comitato Civico 3e36 ha incontrato l’amministrazione e i tecnici del Comune di Amatrice che stanno lavorando alla elaborazione dei Programmi Straordinari di Ricostruzione (PSR) di Amatrice e delle sue frazioni.
In occasione dell’incontro il sindaco Fontanella, l’arch. Tozzi e l’arch. Capriotti hanno illustrato al Comitato 3e36 una versione preliminare della proposta di PSR di Amatrice Centro.
Il 12 marzo il Comune ha reso pubblici gli elaborati completi del programma, chiedendo ai cittadini osservazioni e proposte, che andranno trasmesse al Comune entro il 14 marzo per poi essere discusse nel corso di una videoconferenza il giorno 15 marzo.
Non vogliamo qui entrare nel merito dei contenuti progettuali del PSR che ci è stato illustrato – sui cui dettagli e criticità ci esprimeremo dopo un adeguato esame del materiale messo a disposizione.
Ci limitiamo quindi a riflettere su alcuni temi di principio.
La partecipazione
È di questi giorni la notizia della firma di un accordo-quadro di partenariato tra il commissario Legnini e due associazioni nazionali di attivismo cittadino, allo scopo di “favorire il coinvolgimento delle comunità e del tessuto socio-economico locale nel processo di ricostruzione del Centro Italia, in particolare nei comuni più colpiti”, a riprova dell’importanza attribuita ai processi partecipativi a livello di struttura Commissariale.
D’altra parte, il Comitato Civico 3e36 si è confrontato in più occasioni sia con l’Amministrazione comunale di Amatrice che con l’Ufficio Speciale Ricostruzione del Lazio, e in ogni occasione è stata ribadita da tutti l’importanza del coinvolgimento della popolazione nei processi decisionali, per l’arricchimento della pianificazione con contributi dal basso, e per giungere a soluzioni condivise e non imposte.
Tuttavia, il PSR di Amatrice Centro è stato condiviso con la popolazione solo in una forma già avanzata di redazione, e solo pochi giorni sono stati concessi per studiare e quindi commentare a ragion veduta un documento di così fondamentale importanza.
Il Comitato 3e36, da sempre convinto che la Partecipazione sia un volano di evoluzione positiva, facilitazione degli interventi e coesione della comunità – oltre che un diritto sancito dalla legge – auspica che il Comune di Amatrice attivi da subito percorsi partecipativi nelle forme individuali e collettive, coinvolgendo la cittadinanza già in una fase preliminare in cui venga deciso che contenuti dare ai PSR, e poi, a seguito della loro redazione, in una successiva iterazione in cui discutere i programmi nei dettagli.
Il Comitato 3e36 chiede che, contrariamente a quanto avvenuto per il primo stralcio dell’Ambito 0-Amatrice Capoluogo-Centro Abitato Storico, per la parte restante dell’Ambito 0 e per i quattro PSR relativi agli ambiti in cui sono state suddivise le 69 frazioni – e per due dei quali gli incarichi di redazione sono già stati assegnati – sia seguito il processo partecipativo nella forma descritta sopra.
In questa fase, un ruolo privilegiato dovrebbero rivestire le Associazioni dei proprietari (delle quali il Comitato 3e36 auspicava la costituzione già nel proprio statuto). A questo riguardo, però, dobbiamo purtroppo constatare gli scarsi, se non inesistenti, sforzi della già costituita Associazione dei proprietari di Amatrice Centro per coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini e sollecitare l’interazione tra essi e le Istituzioni.
Ci auguriamo che ciò possa realizzarsi anche nel prosieguo del percorso di stesura del PSR di Amatrice Centro.
Il PSR, uno strumento di programmazione
L’impostazione adottata dal Comune per il PSR di Amatrice Centro suggerisce una equiparazione del PSR – nelle intenzioni del legislatore, strumento di programmazione – a una sorta di strumento urbanistico generale, con contenuti conformativi e in qualche caso addirittura espropriativi (e qualora fosse mantenuta, richiederebbe a maggior ragione la concreta partecipazione dei cittadini nella fase di redazione, dovendosi ritenere insufficienti le tutele individuali offerte dalla normativa ordinaria).
Riteniamo però che sia di fondamentale importanza inquadrare la programmazione della ricostruzione in una visione generale di sviluppo armonico del territorio e di rinascita economica e sociale.
Il PSR è lo strumento giusto, e come tale va utilizzato, per esprimere una visione:
AMBIENTALE, di inquadramento dei centri urbani e delle aree naturali in cui sono inseriti in un quadro di sostenibilità, tutela del paesaggio e dei servizi ecosistemici
ECONOMICO-PRODUTTIVA, di identificazione delle nuove direttrici di sviluppo strategiche, e sostegno di quelle tradizionali
SOCIALE,di individuazione delle azioni per mitigare il rischio di definitivo spopolamento
INFRASTRUTTURALE, per lo sviluppo di efficienti relazioni con i territori circostanti
DI GOVERNANCE, in cui il tema dello sviluppo del territorio non sia affrontato dal Comune come entità isolata, ma in una visione d’area vasta e con una concertazione interistituzionale (con i Comuni circostanti, con gli Enti Parco, con le quattro Regioni, con il Governo nazionale e con la struttura Commissariale).
La cabina di regia
Riteniamo necessario che il Comune di Amatrice si doti di una cabina di regia, di cui debbono fare parte – oltre alla struttura Commissariale – le Università e gli Istituti di ricerca, come già previsto sin dalle prime bozze del PNRR e come già avvenuto in altri Comuni.
È fondamentale la creazione di una visione strategica del futuro del territorio, e l’individuazione di idee innovative per il suo recupero e il suo rilancio sociale, economico e ambientale.
La cabina di regia sarà anche il punto di riferimento della popolazione, prima interessata alla effettiva partecipazione ai programmi di rinascita del territorio.
La stessa partecipazione non va solo intesa nella pur necessaria modalità di informazione alla popolazione, o di tutela dei diritti individuali dei proprietari di immobili, ma va interpretata come momento essenziale di spinta propositiva e di ricostruzione della coesione sociale così gravemente lesa dal sisma.
Non si tratta solo di ricostruire l’urbs, la città di pietra e mattone, ma di ricostruire la polis, la città delle persone, ancor più lesa dalla catastrofe di quella fisica.
(Immagine in evidenza: la scala di Arnstein della partecipazione – 1969)